Festival del Cinema di Porretta

© foto Porretta Cinema

DALLA MOSTRA DEL CINEMA LIBERO AL FESTIVAL DEL CINEMA DI PORRETTA TERME

2 Luglio 1960, Porretta Terme. Si apre il sipario sulla Mostra Internazionale del Cinema Libero. La manifestazione si apre, e non si chiude, per “ragioni di ordine pubblico”. Le diffide internazionali che arrivano al comitato organizzatore sono dettagli trascurabili se paragonati al desiderio di “cinema libero” che si respira.  Inizia così un viaggio avventuroso nel cinema d’ avanguardia. Certo oggi, tutto è cambiato, a partire dalla settima arte che ha ammainato la volontà di cambiare il mondo attraverso sé stessa. Poi è cambiata la società, il pubblico e, ovviamente, per sopraggiunti limiti di età, anche i protagonisti del viaggio.

Ciò che, da allora, non è mutata è la voglia di guardare il mondo attraverso lo schermo del cinema Kursaal, la storica sala che fece conoscere a pubblico e critica le cinematografie cult degli anni ’60 e ’70. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe stata una placida cittadina termale a rendere celebri Truffault, Godard, il Cinema della fame sudamericano e gli autori dell’est europeo? Eppure tutto questo è successo, e molto altro ancora, grazie all’ ostinazione di Bruno Grieco, Giampaolo Testa, Cesare Zavattini e Leonida Repaci che, nel tempestoso clima culturale del tempo, vollero creare un proprio palcoscenico da cui “fare la guerra” al gigante cinematografico veneziano. Una battaglia, la loro, inizialmente sostenuta dal Partito Comunista che mai sposerà completamente l’indipendenza porrettana ponendosi, in alcune occasioni, in aperta polemica con la manifestazione stessa, ben presto accusata di eccessivo movimentismo.

Ma, alla faccia delle ortodossie politiche del tempo, fu proprio lo spirito libertario ed eretico a garantire notorietà alla manifestazione più dimenticata della storia del cinema. Dove, se non qui, poteva essere proiettato per la prima volta Ultimo Tango a Parigi, il film-scandalo di Bernardo Bertolucci?  Cosi come non fu casuale la scelta di Elio Petri, di proiettare La classe operaia va in paradiso prima che la discussa pellicola si aggiudicasse la palma d’oro al festival di Cannes nella Primavera successiva.  A Porretta il coraggio culturale non è mai mancato, pur nelle difficoltà estreme di una manifestazione tanto ambiziosa nata e cresciuta in un luogo così periferico. Infatti la mostra, superati i fasti dei decenni ruggenti, non riuscirà a resistere alla risacca degli anni ’80 quando dovrà traslocare, per mantenere il proprio spessore culturale, nel vicino capoluogo bolognese dove darà origine, unitamente ad altre esperienze cinematografiche, ad una delle più prestigiose cineteche d’ Europa. La bella storia di provincia non ha nessuna intenzione di finire: negli anni 2000 l’amministrazione comunale si adopera caparbiamente perché il grande cinema torni ad essere di casa. Porretta Terme, dal 2002, torna ad accogliere un grande maestro. I nomi che passano per l’appennino sono, a dir poco, prestigiosi: Francesco Rosi, Mario Monicelli, Ken Loach, Alan Parker, Konstantin Costa-Gavras e Gabriele Salvatores, tanto per citarne alcuni. E adesso che la nave è nuovamente salpata, il viaggio non può che riservare altre sorprese.


 


Nel 2012 nasce infatti Porretta Cinema, associazione cinematografica che organizza annualmente il Festival del Cinema di Porretta Terme, manifestazione che si afferma ben presto all’interno del panorama nazionale, affiancando al cinema d’ autore il cinema invisibile che, malgrado i propri meriti culturali e artistici, stenta a trovare spazio in sala. Nel 2013, nasce così   Fuori dal Giro, concorso riservato a pellicole e autori poco distribuiti. D’altro canto, che si tratti di cinema maledetto o di cinema invisibile, poco importa. A Porretta Terme, da sempre, la sala cinematografica serve a mostrare l’ essenziale che  è invisibile agli occhi. E sarà così per chissà quanto tempo ancora.


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