Il bramito del cervo

© foto Massimo Mattioli

Giornate più corte, temperature in ribasso, le prime foglie che ingialliscono sui crinali più alti.

Segnali dell’imminente autunno, segnali per il re della foresta: in questo periodo il cervo, il più grande ungulato presente in Italia, è nel pieno del periodo degli accoppiamenti.

Giganteschi maschi dal peso anche superiore ai 200 kg e palchi alti fino a un metro si affrontano per conquistare più femmine possibili, che diventeranno il loro harem. Follemente innamorati, questi splendidi animali si scontrano in diversi modi tra loro, mettendo in mostra tutta la loro potenza.

Il bramito riecheggia nei boschi, per segnalare la prestanza dei contendenti: più il verso è potente più gli altri cervi si allontano, sicuri della loro inferiorità. Marce parallele di maschi che si studiano preludono ad aspri scontri: le radure si trasformano in arene di combattimento, tra intrecci di palchi e colpi rumorosi. I maschi controllano costantemente l’harem conquistato, impedendo alle femmine di allontanarsi e ad altri maschi di avvicinarsi, con comportamenti tipici come la “tosse” (un bramito sussultante), l’amplificazione dell’odore maschile (con spruzzi di urina sul ventre) e lo sfregamento dei palchi contro gli alberi, per aumentarne le dimensioni con i rami.

Il fascino di questo rituale, immutato di anno in anno, richiama appassionati e curiosi da tutta la provincia. È bene ricordare che, nonostante le dimensioni, il cervo scappa alla vista dell’uomo; va dunque sempre mantenuta una distanza di osservazione tale da non interferire con il suo normale comportamento, specialmente in questo periodo dell’anno.