Gli altari intarsiati di Capugnano

© Fotografie di Stefano Semenzato tratte dal libro: Tra cinquecento e settecento. Capolavori svelati nelle chiese di Capugnano e Castelluccio.

GLI ALTARI INTARSIATI NELLA CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO DI CAPUGNANO

A Capugnano troviamo una serie di 6 paliotti, vere e proprie opere d’arte basate sulla scagliola intarsiata che è composta da gesso, colle animali, pigmento e polvere di marmo.

I paliotti di Capugnano sono caratterizzati da disegni oltremodo fantasiosi: uccelli, fiori, insetti, serpi, creano motivi dai colori molto vivaci ma ben stagliati sul nero del fondo, il tutto a creare un armonico spazio decorativo. 

Tutti hanno un solo piccolo campo centrale, all’interno del quale trova collocazione la figura del santo a cui viene dedicato l’altare.
Animali, insetti, serpi, fiori non sono lì a caso, ma hanno un significato liturgico ben preciso e che va interpretato, in chiave simbolica, secondo i dettami della Chiesa. 

Il termine paliotto indica il rivestimento decorativo del fronte dell’altare. Nel medio evo era normalmente in stoffa o tele asportabili. Nel nostro caso la tecnica è quella della scagliola intarsiata e si tratta di strutture fisse e integrate nel corpo dell’altare. 

La colorazione dello stucco mediante pigmenti costituisce l’elemento caratterizzante delle tecniche dei rivestimenti a imitazione del marmo. 

Il colore predominante, utilizzato per realizzare lo strato superficiale dei paliotti, è il nero; l’impasto di gesso e colla veniva tinteggiato con il nerofumo, un pigmento stabile usato in tutte le epoche. 

Una guida fotografica sistematica delle chiese di Capugnano e Castelluccio con molti riferimenti storici e un saggio storico artisticosu opere e chiese della valle del Reno èrappresentata dal libro “ Tra cinquecento e settecento. Capolavori svelati delle chiese di Capugnano e Castelluccio”.


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