Il santuario di Montovolo

© foto Don Fabio Betti

AUDIO GUIDA

A cura delle studentesse e degli studenti del Liceo Linguistico dell’IIS Montessori Da Vinci Porretta Terme – Alto Reno Terme (Bo)

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DESCRIZIONE

In posizione dominante sulle valli del Reno, del Limentra e del Setta si trova il pianoro di Montovolo sede ancestrale di antichi culti legati alle popolazioni etrusche e alla dominazione dei romani, legando il sito alla venerazione di Giove e al culto di Pale, dea della fertilità; l’avvento del cristianesimo lega il Montovolo alla devozione mariana, la più bella, sincera ed ecclesiale delle devozioni; senza particolari apparizioni o miracoli (sono successive le leggende sul Montovolo come luogo di martirio di fede) divenne luogo di preghiera per tutta la popolazione circostante fino all’edificazione di una chiesa la cui importanza crebbe nei secoli.

Nel medioevo i secoli di massimo splendore, che vedono il Montovolo, legato al vescovo e al capitolo metropolitano di san Pietro, come santuario della nazione bolognese, qui si situa un posto d’osservazione da cui tener sotto controllo i confini verso Pistoia, verso Modena e verso Firenze e inoltre poter comunicare rapidamente con la città; nei secoli XIII e XIV si sviluppa, anche grazie ai molti pellegrinaggi e le crociate verso la Terrasanta, la rilettura del luogo e della devozione legandola alla santa Gerusalemme bolognese: come la piccola Gerusalemme in santo Stefano e l’orto degli ulivi in san Giovanni in Monte, qui la devozione legata al monte di Dio, al Sinai; in questo periodo la ricostruzione e l’ampliamento del santuario (1211) e la successiva edificazione della cappella legata al culto di santa Caterina d’Alessandria come l’analogo culto sinaitico.

Di fine pregio la costruzione romanica in opus quadratum, con imponenti capriate lignee, dove l’aula porta naturalmente verso il presbiterio rialzato su cui troneggia la statua della Vergine con il Bambino, di probabile fattura rinascimentale; sotto il presbiterio si possono ancora apprezzare nella “cripta” i resti della chiesa precedente: degni di grande pregio sono i capitelli romanici finemente lavorati con decori geometrici o con simboli cristologici. Nella cappella di santa Caterina di Alessandria sono custoditi il sarcofago in pietra di sant’Acazio, santo legato a leggende tardive di culti di martiri e gli affreschi su tutte le pareti della piccola chiesa che riportano la vita e il martirio di santa Caterina e il ciclo dei Novissimi.

Dopo il rinascimento la devozione assume contorni molto più locali legando al Montovolo le parrocchie circostanti che qui si ritrovavano per la preghiera, ma continuando anche a sviluppare le reti sociali di scambio testimoniate dalla continuità che ebbe la fiera legata al mondo contadino durante il periodo della festa più importante nei giorni di settembre.


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